Che la torre cilindrica sia un elemento architettonico di grande fascino e bellezza non ci vuol molto a capirlo… basta guardarla.
Che sia anche una torre misteriosa non è una novità; già il grande architetto Luca Beltrami, che sul finire del 1800 ne curò un importante restauro, si lamentava di non essere riuscito ad accedere al misterioso spazio, alto circa 3 m, che separa il vano inferiore da quello intermedio (a cui si accede dal piano degli spalti merlati)…. e da allora il mistero è rimasto.
Non tutti sono però al corrente che le possenti pareti disposte a tronco di cono alla base della torre, presentano delle fessurazioni, sia interne che esterne.
Le fessurazioni esistono da parecchio tempo, e non è il caso di alimentare allarmismi, ma è senz’altro necessario indagare sull’aspetto della sicurezza strutturale.
Di questa necessità è convinto anche il comune, che ha deciso di stanziare i risparmi conseguiti nella realizzazione del restauro del ponte di fuga sia per sostenere la nostra iniziativa di restauro degli affreschi, sia per installare dei sensori in grado di monitorare in continuo, con la precisione dei millesimi di millimetro, le dimensioni delle fessure; i dati verranno continuamente trasmessi via modem a un server remoto, assieme anche a precise letture della temperatura; in tal modo si potranno filtrare i dati di apertura delle crepe da quelli indotti dalle dilatazioni termiche; il tutto verrà elaborato a tempi prefissati e sarà possibile valutare se, e in che misura, il fenomeno degenerativo sia in atto.
Ma come valutare i dati di questo monitoraggio? L’analisi strutturale della torre è assai complessa e ricca di incognite; per questo, in parallelo a questi primi rilevamenti, abbiamo cercato, assieme al comune, di avviare un cammino di collaborazione con l’Università di Brescia, in particolare col DICATAM (Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica).
Esprimiamo grande riconoscenza al Direttore del DICATAM prof.ing. Giovanni Plizzari, e alla professoressa arch. Irene Giustina, professore associato di storia dell’architettura, che hanno molto apprezzato la nostra illustrazione del quadro architettonico, storico e paesaggistico di Soncino; a brevissimo promuoveranno l’avvio di due tesi di laurea magistrale in Ingegneria Edile-Architettura, che costituiranno la base di partenza per uno studio che potrà avere importanti futuri sviluppi a favore della conservazione del nostro massimo monumento.
Vi terremo informati degli sviluppi, che sono previsti già a luglio…
Mauro Belviolandi