Molti turisti, ma forse anche alcuni soncinesi, passando per il profondo fossato della nostra rocca, vengono attratti dalla grandiosità delle torri e dalla suggestione di un paesaggio che appare e scompare come in un piccolo viaggio avventuroso, ma difficilmente colgono l’importanza del geniale apparato di cui il ponte di fuga è solo una parte, volutamente assai dimessa; fin dalla sua iniziale concezione progettuale, attorno al 1470, gli ingegneri sforzeschi previdero vani e apparati mobili inseriti nel grande spessore della cortina muraria, e un sistema di alimentazione idrica del fossato per cui una prima poderosa diga consentiva all’acqua di tracimare ad un livello tale da occultare il ponte stesso.

Ad opinione degli storici, giustamente, il sistema era stato concepito per offrire una estrema e nascosta via di fuga partendo dalla torre del capitano, quella più impervia, accessibile solo attraverso ponti levatoi (che in seguito vennero eliminati per le esigenze residenziali degli Stampa). Del resto, fare dei tunnel sotto il fossato risultava impresa difficilissima, perchè la sua eccezionale profondità portava a interferire con una falda ricchissima, oltre alle prevedibili infiltrazione dalla roggia Bina, che esisteva già ai tempi (mentre il Naviglio Nuovo era ancora ben lungi dall’essere costruito).

Oltre alla salvezza estrema, è facile e logico immaginare che il ponte di fuga potesse essere anche una via di segreto approvvigionamento o di soccorso, in caso di assedio, ma su questo interessante argomento torneremo in un prossimo futuro.

Questo breve filmato, oltre a un’evidente invito al tesseramento, vorrebbe “plasticamente” chiarirne la funzione, nella convinzione che un’animazione tridimensionale possa offrire una insuperabile immediatezza narrativa.

In effetti tutto il Direttivo degli AdR è convinto che l’utilizzo delle tecnologie multimediali, unito a serie ricerche storiche e documentali, oltre a elaborazioni dell’orografia del territorio con software dedicati, darà modo nei prossimi anni di riscrivere in modo molto originale e accattivante, ma anche con il dovuto rigore ed inediti approfondimenti, la “MILLENARIA STORIA SONCINESE“.

a presto, Mauro Belviolandi

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