Si tratta di un bel gruppo, una decina di persone guidate dall’archivista Ilaria Fiori, protese alla ricerca del tutto… o del nulla… non lo sappiamo, ma se così non fosse ogni ricerca perderebbe l’emozione di viaggiare a vista, nel buio più profondo, a cavallo del tardo medioevo e del rinascimento nostrano…

Tutto consegue da un giorno tra i più funesti per Soncino, 446 anni fa; correva l’anno 1575 e un disastroso incendio mandò in fumo parte del palazzo comunale e praticamente tutto l’archivio, in cui erano depositati preziosi documenti che avrebbero messo in luce secoli della nostra storia più antica, ora ancora in gran parte immersi in quello stesso impenetrabile fumo. Ecco dunque l’ambizioso obbiettivo del nuovo gruppo AdR: un cammino a ritroso, ben oltre il fatale 1575 e per giunta al di fuori dalla nostra cinta muraria, alla sistematica ricerca, in archivi pubblici e privati, delle tracce più significative della nostra storia, in particolare quelle antecedenti a quel rovinoso incendio.

In questo gruppo emerge in particolare l’attività di un team ristretto, chiamato AdR-STUDIOSI STORICI SONCINESI che, ben oltre una semplice ricerca, provvede a regestare o addirittura a traslitterare i documenti e le missive più interessanti: il team, sotto la guida di Ilaria, gode dei fondamentali apporti di Beppe Casagrande, acuto e attivissimo “detective documentale”, di Michela Lombardi, esperta e preparatissima studiosa, e della storica orceana Maria Carla Folli, di cui parleremo fra poco. Le possibilità di comunicazione via web aiutano molto; l’unica bussola è Soncino, o Sonzino o Sonzin…, oltre alle poderose e documentate ricerche del grande storico soncinese conte Francesco Galantino; ma lo spazio documentale, anche “solo” dell’Archivio di Stato di Milano, è proprio immenso; la sensazione è di navigare in un mare di contorte missive, per non dire un oceano, e l’ago della nostra bussola ci offre spesso sobbalzi imprevisti recuperando con difficoltà l’allineamento su un nord lontano e fuori dalla nostra vista. Ma, proprio per questa vastità, susciterà ancor più emozione l’avvistamento anche solo di una semplice e minuscola isoletta che richiami il profilo delle merlature a noi tanto care, e sono certo, a quel punto, che la soddisfazione sarà grande.

Ma che c’entrano i fumetti con tutto questo rigore archivistico? Beh, succede che nei giorni di bonaccia, quando le vele dei nostri ricercatori tirano il fiato, proprio allora si sprigiona l’attitudine creativa dell’orceana Maria Carla Folli che, affascinata dalle minuzie della antica quotidianità, più che dai grandi eventi storici, dà vita a curiose ambientazioni d’epoca; l’originalità sta nel fatto che nelle nuvolette dei fumetti ritroviamo frasi rigorosamente tratte da missive o carteggi o registri del Ducato Milanese; inoltre, ai piedi di ogni immagine, scorrono vivaci commenti in ottonari a rima alternata, un curioso mix che accosta il primo rinascimento, alle ormai storiche vignette del Corrierino dei Piccoli degli anni del dopoguerra e del boom economico.

Per dare un’idea ve ne propongo una delle tante: qui si parla del giovane Duca Galeazzo Maria Sforza -proprio quello che ha fatto edificare la nostra rocca (a cui curiosamente non è stata ancora intitolata neppure una via, e riteniamo che sarebbe opportuno dedicare almeno il cortile principale della rocca!)- che si deve barcamenare fra le scorribande del potente bresciano Ottaviano Martinengo, appoggiato da Brescia e da Venezia, e le lamentele di un possidente soncinese per la riscossione dei debiti contratti da due soldati del contingente militare del capitano di ventura Nicolò da Tolentino, inviato a Soncino dal duca stesso, per vegliare, difendere, e sollecitare i soncinesi che apparivano un po’ stufi e indolenti, proprio nel periodo di potenziamento delle mura e di costruzione della nuova rocca:

Bene, anche da parte mia non resta che un arrivederci alla prossima,

Mauro Belviolandi

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