Soncino ha il privilegio di possedere una bella e completa cinta muraria; vanta pure una rocca notevolissima, chiese straordinarie, dentro e fuori le mura, e molto altro ancora e, per giunta, si affaccia al terrazzo alluvionale dell’Oglio, contesto naturalistico tutt’altro che trascurabile.
Sorge spontaneo il quesito: “Che bisogno c’è di ricostruirla in 3D ?“
Innanzi tutto vorrei sottolineare che noi non intendiamo creare una “cartolina” e neppure un edulcorato fascicolo da turismo domenicale. Il nostro intento, da sempre, è quello di offrire anche un minimo di prospettiva storica, fare in modo che le immagini trasmettano scorci per cui la visione di un presente ancora ricco di fascino si coniughi con la conoscenza di un passato in cui questi monumenti hanno potuto essere pensati e costruiti, quando ora, a stento, riusciamo a conservarli. Solo allora, quanto più sarà diffusa e condivisa la conoscenza del nostro passato, avremo adempiuto al compito che abbiamo ben evidenziato con una frase particolarmente significativa su una sezione del nostro portale: “Il motivo ultimo del nostro operare è dunque la consapevolezza che conservare e lavorare per le nostre mura e i nostri monumenti significa ritrovare noi stessi, e sentirci parte dell’ingegno creativo di chi li ha concepiti“.
Perchè rappresentare Soncino proprio ai primi del ‘700?
Qui le risposte sono molto più facili. Innanzitutto perchè disponiamo delle copie dei file delle 72 tavole che coprono l’intero territorio soncinese di quell’epoca: li abbiamo acquistati dall’Archivio di Stato di Cremona e ci danno una rappresentazione planimetrica molto precisa del borgo e delle sue campagne.
Archivio di Stato di Cremona – tav.n° 46 di 72
Inoltre la Soncino di quell’epoca può essere considerata molto simile a quella del periodo aureo. Neppure il giovane geometra Federico Shultz che, il 30 ottobre 1722, si apprestò a dirigere il gruppo di agrimensori che in meno di 8 mesi portò a termine questo importantissimo lavoro, poteva rendersi conto che stava consegnando alla storia non solo un indispensabile strumento fiscale, ma anche il plastico più spettacolare e rappresentativo di Soncino fra i tanti secoli della sua millenaria storia.
TERRITORIO DI SONCINO PROVINCIA CRE
MONESE TERRA SEPARATA Misurato dal
Geometra Federico Scultz, principiata il giorno 30 Ottobre
1722, e terminata il giorno 27 Giugno 1723 in occasione
della Misura Generale del Novo Censimento de
llo Stato di MILANO Coll’assistenza di Domenico
Albertello, Gio.Battista Remedio e Pietro Martire
Remedio
Copiata dalli disegnatori Angelo Cillenio e
Lodovico Annone in fogli 72
Non c’è dubbio che nei primi cinque secoli del secondo millennio Soncino si sia trasformata, prima, da modesto borgo rudemente fortificato a significativo centro murato di stampo medievale, per poi assurgere, verso la fine del ‘400, al rango di ricco ed operoso borgo rinascimentale, dotato di discreta autonomia e di importanti strutture militari, monumentali e produttive. Con l’arrivo dei francesi prima, e degli spagnoli poi, venne però imboccata la lunga e triste via di una lenta decadenza; possiamo però senz’altro affermare, come si intuisce dalla planimetria del Catasto Teresiano sopra riportata, che ai primi del ‘700 la sua configurazione era ancora molto simile alla Soncino rinascimentale: tutti i monumenti più significativi, che ancora oggi possiamo ammirare, erano praticamente intatti (avremo modo di essere molto più precisi); una enorme piazza d’armi partiva dalla rocca, copriva tutta la zona ora occupata dalle scuole elementari, passava a fianco della porta di San Rocco (quella verso il Borgo Sera) e, ricoprendo tutta la zona ora occupata dagli edifici a nord di piazza Manzoni, raggiungeva le mura nord (Bastioni Balestrieri); ampi spazi a verde formavano suggestivi terrazzi sulle mura meridionali; l’intera cerchia muraria, verso l’interno, godeva di una fascia ancora quasi completamente libera da costruzioni e perfettamente transitabile; palazzi, chiese e campanili svettavano su tutto questo pregevole tessuto urbano… insomma, penso che gli scorci e i video che la vista 3D potrà offrirci non ci lasceranno indifferenti e, per i motivi appena illustrati, la prossima ricostruzione virtuale potremo tranquillamente chiamarla “SONCINO RINASCIMENTALE“, perchè, ribadisco, la mappa teresiana poco si discosta ed è solo un utile e preciso mezzo tecnico su cui appoggiare le nostre modellazioni tridimensionali, testurizzate dalla bravissima Paola Cominetti.
Un’ultima importante considerazione: Soncino Rinascimentale non sarà l’unica rappresentazione virtuale del nostro borgo; produrremo altre ricostruzioni di epoche antecedenti, al fine di rappresentare plasticamente, è il caso di dire, l’interessante evoluzione urbanistica del borgo e fornire grafiche precise e accattivanti alla importantissima narrazione storica che si svilupperà in parallelo, che avrà come titolo e sottotitolo: “MILLENARIA – Storia di Soncino“,….. ma questa è appunto un’altra storia, e avremo sicuramente modo di parlarne.
Non sono poche le persone che concorreranno, e che anzi già alacremente stanno lavorando a questa impresa, che ci impegnerà almeno per i prossimi 5 anni: anche di loro, del loro indispensabile apporto, avremo modo di parlare diffusamente. Colgo infine l’occasione per sottolineare che il nostro lavoro sarà aperto alla collaborazione di tutti; già abbiamo constatato, in questi ultimi anni, che lo scambio di esperienze e la collaborazione con altri studiosi della storia locale non è certo un usatissimo costume del fair play soncinese; noi però proseguiremo come abbiamo sempre fatto, aperti a chi condivide i nostri valori, mettendo a disposizione di tutti quanto riusciamo a fare per la valorizzazione culturale del nostro borgo.
Alla prossima,
Mauro Belviolandi
PS: alleghiamo un interessante articolo de’ La Provincia sulla ricostruzione 3D di Soncino Rinascimentale
https://drive.google.com/file/d/1dtCZs2zt1AXOXzBx9hugYExeK6cZm5uD/view?usp=sharing