Un monaco inginocchiato fra le macerie… ai suoi piedi spunta il capo di un uomo imprigionato dai detriti… una Estrema Unzione forse?
…gli è accanto una donna disperata, che scava a mani nude…
… poco discoste, salgono disperate invocazioni al cielo …
… alle loro spalle il pianto sordo dello smarrimento …
…e tutto attorno fessure nelle strade, macerie sparse ovunque, perfino guglie di campanili rovinate a terra…
…ma dove siamo???
… siamo davanti all’attuale sede dell’AVIS….
… in piazza della Pieve, a Soncino, erano i primi giorni di un maggio piovoso… sembrava tutto normale… tutto calmo dopo qualche scossettina in aprile, che aveva un po’ allarmato… pareva nulla di importante… correva l’anno 1802
… sì… la nostra Pieve… non si può certo dire che rimase indifferente a quel terremoto…
… e dobbiamo ringraziare un nostro anonimo concittadino, antesignano del gruppo DECA, che, da testimone oculare, ha eseguito questo drammatico, intenso e preciso bassorilievo in cotto, o forse una sorta di presepe con ricostruzioni dettagliatissime. Poi, sul finire del 1800, l’opera venne fotografata, affinchè restasse nelle case dei soncinesi, a ricordo e monito di quella terribile tragedia… ed ora, grazie all’avvedutezza del nostro caro Amico Bibe Reali e di sua moglie Maria, che hanno conservato questo importante reperto, possiamo avere una realistica e drammatica idea di quei giorni di distruzione…
Ma che c’entra tutto questo con gli Amici della Rocca? C’entra… eccome se c’entra… e il prossimo anno contiamo di rivelare il perchè.
Mauro Belviolandi