Ci vorrà ancora qualche mese per preparare la primissima parte di SONCINO TOUR; la pubblicheremo sul nostro nuovo sito, perchè nel frattempo ne stiamo preparando uno nuovo, in grado di accogliere le app più avanzate.

Intanto, saltuariamente, speriamo che gradiate l’anticipazione di qualche panoramica sferica sulla nostra pagina  facebook, a cui potete accedere anche da qui.

Quando attiveremo quello nuovo, non ci sarà più bisogno di accedere via facebook, perchè troverete sul nostro sito tutte le panoramiche, con tutti gli strumenti di navigazione, ben organizzate, ma anche molto, molto di più…

Ed ecco la panoramica di oggi: uno sguardo dal lumachino, il punto più alto della nostra rocca, dove la parola “alto” non ha solo valenza altimetrica, perchè non tutti sanno che il lumachino è un vero capolavoro di genialità, come qui di seguito vi illustrerò brevemente; ma intanto forza! affacciatevi a questo balcone, come abbiamo sempre potuto fare fino a una ventina di anni fa…

Sì! il lumachino è veramente un piccolo gioiello; ogni gradino è costituito da due strati di mattoni; lo strato superiore, particolarmente usurato e scavato da un calpestio plurisecolare, è fatto da mattoni disposti di taglio; lo strato inferiore è costituito da mattoni messi di piatto, e il tutto è tenuto assieme dall’antica malta di calce idraulica…

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….fin qui niente di eccezionale, se non fosse che sotto questa rampa non c’è nulla che “la tenga su”! Ma dove appoggiano questi gradini? come fanno a star su? Non possono essere a sbalzo dal muro cilindrico, perchè laterizi e malte non possono stare a sbalzo, non resistono a flessione, ma solo a compressione; neppure c’è un pilastro o un appoggio centrale… la risposta è semplice: appoggiano su se stessi! sono disposti a elica, con gran maestria: in parte, sull’esterno, appoggiano sul muro cilindrico; poi la prima parte, a metà gradino, appoggia per una piccola fascia sul gradino sotto e, a sua volta, fa da appoggio al gradino sopra; infine la parte centrale, la più difficile, la più sottile e la più inclinata,  è smussata in modo da formare un sottile pilastro a forma di elica verticale, la cui inclinazione è tale da trasformare il flusso tensionale in sole azioni di compressione, perchè la flesso-torsione complessiva sull’elica viene assorbita dalla cerchiatura laterizia cilindrica al contorno… …difficile da fare col cemento armato e con l’acciaio, figuriamoci con dei mattoni!

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Eppure questa piccola chiocciala ci sta a guardare da più di cinque secoli e, nonostante l’inesorabile scorrere del tempo, le ingiurie atmosferiche e l’incuria delle genti, sembra dirci, mentre la risaliamo: “prova tu a costruire un’elica con soli mattoni; se proprio ci riesci, e ne dubito, mettila alle intemperie, al caldo estremo del sole estivo, all’acqua delle miti stagioni e al gelo dei lunghi inverni; infine mettiti comodo e  tranquillo, aspetta 500 anni… e poi mi dirai cosa ne pensi!”

Gli Amici della Rocca hanno da tempo raccolto questa sfida, e non molleranno l’osso finchè non si riuscirà a restituire questo piccolo “alto” capolavoro al libero e sicuro accesso di tutti i soncinesi, come tradizione vuole…

…però voi soncinesi, non dimenticate di iscrivervi agli Amici della Rocca… è il minimo!!!!

A presto,

Mauro Belviolandi

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