Nuda e imponente, la nostra Soncino, ma anche triste e inerme… mentre le truppe dell’esercito napoleonico, in una inquietante atmosfera di innaturale tranquillità, procedono senza colpo ferire ad occupare l’abitato.
Parte del contingente arriva dalla strada per Pizzighettone [così denominata sul disegno – cioè passano davanti a Santa Maria delle Grazie] e si dividono al bivio del Borgo Sotto.
Una colonna procede per l’attuale via Galantino e entra in Soncino dalla porta di Borgo Sera.
Una lunga e più consistente colonna di fanteria e cavalleria devia verso il Borgo Sotto per entrare dal bastione di San Giuseppe [al monumento]…
…mentre il grosso del contingente prosegue invece di lato sull’attuale via Fabio Filzi e, tagliando l’area ora occupata dall’elegante edificio de’ La Cantina, punta dritto verso la Madonnina dell’Oglio, per poi dirigersi verso Brescia.
C’è poco da stare allegri in questo 24 maggio del 1796, e Soncino pare trattenere il fiato: si è nel pieno della sanguinosa Prima Campagna d’Italia e i francesi, al comando di un giovanissimo Napoleone Buonaparte, sono all’attacco delle postazioni austriache; le truppe francesi, reduci da estenuanti marce e da dure vittoriose battaglie in Liguria, in Piemonte e nella Lombardia occidentale, hanno già subito migliaia di perdite; stanno avanzando contro l’esercito austriaco, che cerca di riprendere posizione oltre la linea del Mincio; poco prima dell’alba dello stesso giorno, scrive il Bagetti in un comunicato al Depôt de la Guerre a Parigi, le stesse retroguardie francesi hanno messo a ferro e fuoco il comune di Binasco, perché pare che la popolazione abbia parteggiato per gli austriaci.
[P.Morel – punition exemplaire…. Bagetti fece scuola, e P. Morel è uno dei pittori incaricati, molti anni dopo attorno al 1830, dal Depôt de la Guerre, di trarre degli acquerelli dalle vedute del Bagetti]
Si può ben capire che non c’era proprio da scherzare! E la stupenda veduta di Soncino, quasi aulica ad uno sguardo distratto, rende invece tutta la drammaticità del pericolo incombente, espresso dal contrasto fra la monumentale bellezza compositiva e il minaccioso incedere, ordinato e ineluttabile, quasi meccanico, di un esercito che pare inarrestabile.
Tutti conosciamo questa bellissima stampa, perchè le copie riprodotte negli anni ’60 a cura della Pro Loco, campeggiano sulle pareti di molte case soncinesi. La figura che segue è uno dei tanti esemplari che circolano, principalmente in Italia e in Francia…
…ma noi siamo riusciti a scovare l’unico esemplare, disegnato a matita (di cui si intravedono alcuni tratti) e ripassato a “penna bruna”, con tanto di annotazioni esplicative autografe; si tratta dell’originario capostipite, che ha poi dato vita a un complesso ciclo realizzativo, con stupendi Tableaux acquerellati che fecero da base per le incisioni a bulino su rame, realizzate al “dépôt Général de la guerre” presso Parigi; anzi, più che scovarlo, ci è arrivato dritto dritto in casa: si tratta della copia del disegno originale di Giuseppe Pietro Bagetti , al seguito dell’armata francese che il 24 maggio del 1796 si apprestava ad occupare Soncino e ad attraversare l’Oglio.
Il disegno è custodito nell’archivio della GAM (Galleria d’Arte Moderna di Torino). Già da parecchio tempo avevamo individuato il punto di vista esatto utilizzato dal Bagetti, per tracciare i primi rapidi schizzi, e poi per comporre la versione definitiva della suggestiva veduta: non avevamo alcun dubbio che Bagetti si fosse portato sul piano campanario del campanile di Santa Maria delle Grazie, e ci siamo andati anche noi.
Proiettando le immagini su un aerofotogrammetrico, siamo riusciti anche a misurare numericamente la precisione di tutta la rappresentazione (e quindi anche delle piccole imperfezioni dell’impianto prospettico); abbiamo esteso l’esame ai monumenti ma anche all’orografia, tracciata con chiarezza sorprendente a coronamento dell’abitato.
Ma, andiamo con ordine, e chiediamoci: chi era il “capitain ingénieur géographe artiste” Giuseppe Pietro Bagetti? Non certo uno qualunque se lo stesso Napoleone Buonaparte nel 1811 lo insignì della Legion d’Onore e successivamente gli conferì una medeglia d’oro al Salon de Paris. Perchè la dottoressa Virginia Bertone, direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Torino e massima esperta italiana del Bagetti, ci ha gentilmente inviato il file del disegno del Bagetti, con anche alcuni specifici particolari, e ha espresso il desiderio di venirci a trovare direttamente a Soncino? In che modo Bagetti eseguì questo famoso disegno? Se avrete la pazienza di leggere la seconda parte di questo nostro studio, vi daremo tutte le risposte… e vi metteremo a conoscenza di una nostra singolare iniziativa che potrebbe interessare ognuno di voi [segue]
Mauro Belviolandi