Maria Zuccotti, 99 anni, viva e vegeta, ci dona alcune preziose testimonianze; la “spera dè i öff” è la prima: si tratta dell’importante selezione delle uova che venivano covate dalla chioccia (se avevano “èl cal” erano fecondate, se no erano “gnai”, da buttare perchè non erano neanche più commestibili) … ma per questo ci spiegano tutto i nostri docenti dialettali Maria Somenzi e Bibe Reali. Guardare per credere

Siamo felici anche di aver appreso che in dialetto “sperà” non attiene solo alla speranza, ma assume anche il significato di intravedere qualcosa di un po’ celato e opaco, in cui la luce passa a fatica (da cui l’espressione “na spera dè sul” e cioè un raggio di sole che traspare a fatica da un cielo nuvoloso e viene da osservare che pure la speranza è un intravedere insicuro…).

Non resta che salutarci: alla prossima!

Mauro Belviolandi

PS: invito chi non fosse convinto dell’efficacia e della ricchezza della lingua dialettale a trovare l’equivalente italiano di “spera dè sul”, ma altrettanto sintetico ed efficace.

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