Sì, il Lumachino è sotto tiro, ma è un tiro amico, anzi un tiro degli Amici… (per chi non lo sapesse è quella torretta di avvistamento che spunta oltre i tetti della torre cilindrica).

Per ogni soncinese over-40,  il Lumachino  esprime qualcosa che va oltre il fascino nostalgico dei ricordi della fanciullezza; si tratta di un punto focale.. o un punto d’arrivo… insomma, quei gradini a chiocciala ripidissima, di mattoni scavati dai secoli, e poi la salita stretta nella penombra …..

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…. e l’improvviso aprirsi vasto e luminoso, davanti ai nostri occhi, di quell’immensa fetta di terra e di cielo…

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…sapevano suscitare emozioni indimenticabili. Confessiamolo: sospesi fra quelle alte vertigini, montava come un senso di giusto orgoglio e ognuno di noi avvertiva un’inspiegabile gratitudine verso chissà chi… o chissà cosa… per il semplice privilegio di sentirci soncinesi.

Quel “chissà chi… chissà  cosa” potremmo anche chiamarlo senso di appartenenza, un bene un po’ in ribasso, che forse potremmo ritrovare proprio fra queste nostre antiche mura, ricordandoci  che è nostro compito non solo conservare quei valori, ma anche trasmetterli ai giovani: questa è la cultura, e per una civiltà è come il sangue… quando non pulsa di generazione in generazione significa che è morta.

Ma ormai il Lumachino è chiuso e salendo all’ultimo piano della torre cilindrica  si presenta così…

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chiuso sbarrato!… e con un freddo cartello che riporta la scritta “BEFREDO”, o belfredo forse, a richiamarne la funzione, ma spoglia del calore di quel senso di appartenenza che il nome proprio Lumachino sa suscitare in tutti noi (per completezza riportiamo dal Glossario dell’architettura fortificata dell’Istituto Italiano dei castelli: battifredo, battifreddo, o belfredo: anticamente, torre di vedetta in legno, con campana per dare l’allarme. Più tardi, torre mobile per assedio, talvolta munita di ariete oscillante).

Purtroppo la chiocciola delle scale è conciata proprio male, ripida e pericolosa: impensabile aprirla al pubblico!

Ma c’e di più: per evitare che vi piova dentro il lumachino è completamente chiuso in sommità, e bisogna agire su mezza botola, girandola sull’altra metà, per poter sbucar fuori

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botola di copertura: metà fissa, l’altra metà apribile

la parte fissa della chiusura relegherebbe il pubblico su una stretta cornice a strapiombo sulla scala!

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…le scarpe da ginnastica… forse n° 46… sono del nostro Paulì

MA ORMAI LA SFIDA E’ LANCIATA: VOGLIAMO TROVARE LA SOLUZIONE E CERCHEREMO DI PROGETTARE QUALCOSA CHE POSSA CONSENTIRE UNA SALITA SICURA, CHE POSSA PORRE RIPARO ALLE PRECIPITAZIONE METEORICHE,  CHE NON SPORGA SOPRA IL FILO DEI MATTONI PERCHE’ SAREBBE BOCCIATO DALLA SOPRINTENDENZA, MA CHE CONSENTA DI AMMIRARE IL PAESAGGIO SENZA PERICOLI…

SIAMO CERTI CHE IL COMUNE, CHE CI HA SEMPRE CONCRETAMENTE SOSTENUTI, COMPRENDERA’ IL SIGNIFICATO FORTEMENTE IDENTITARIO DI QUESTO SPECIALE MANUFATTO E NON MANCHERA’ DI DARCI IL SUO INDISPENSABILE APPOGGIO

Come abbiamo visto, la torre cilindrica è di per sé una torre straordinaria e audacissima… e il lumachino è perfettamente degno di esserne il culmine.

Togliendo tutti i tetti in  legno, per vederlo meglio, apparirebbe così:

vistarocca3d

nostra modellazione 3D: tolti i tetti

scherzosamente potremmo dire che la somiglianza col famoso dito di Cattelan…

ditodicattelan

…ci costringe ad un impegno straordinario per trovare senz’altro la soluzione… ed  evitare spiacevoli conseguenze…

ma per tornare sul serio, ormai tutti sappiamo che la torre cilindrica presenta ben due corone di piombatoi a sbalzo; ma non paghi di questo, hanno pensato di aggiungervi all’ultimo piano il pesante cilindro della chiocciola del lumachino, con il muro spesso quasi 50 cm (salvo il parapetto superiore che è di 28 cm) per un’altezza di 4,60 m,  raggiungendo in tal modo quasi 30 m dal piano del fossato; ma ancor più sorprendente è che questa scala non appoggia su una parete ma grava, assieme al tetto che vi si appoggia, direttamente nel centro della volta dell’ultimo piano… volta che dopo più di 5 secoli che sorregge il tutto, compreso il tetto e le acque che nei secoli scendevano dalle ripide scale, non presenta il minimo segno di degrado nè la benché minima fessurazione.

Anche l’intreccio dei mattoni della chiocciola è perfetto…

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…e ciascun piede d’oca è sagomato in modo da incastrarsi nella parete cilindrica ma anche di sorreggersi al centro attraverso una disposizione ad elica ripidissima

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…e allora è presto detto e ribadiamo: DOBBIAMO STUDIARE IL SISTEMA PER ACCEDERE IN SICUREZZA!

Dopo il consolidamento ed il restauro del ponte di fuga, mentre si studia la torre cilindrica, dopo che questa primavera recupereremo gli affreschi della torre di sud-est… vorremmo essere pronti per questa nuova non facile sfida. Sosteneteci tutti e l’esito potrebbe anche essere positivo! Vi terremo aggiornati

Mauro Belviolandi

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