Ringraziamo i professori Fausto e Felice Riccardi, che ci hanno concesso la pubblicazione di queste belle riprese del loro indimenticato padre, maestro Nino Riccardi.

E’ un volo all’indietro di quasi sessant’anni; la neve e la rocca, più o meno, sono le stesse, ma è quella spensieratezza e quella gioia irrefrenabile, basate su un senso di libertà responsabile, materia obbligatoria di scuola e di vita, che fatichiamo a rintracciare sui volti dei nostri giovanissimi… tra i banchi o anche sotto la neve.

Alla prossima, con la fuga dalla rocca sotto assedio…
Mauro Belviolandi
PS: è aperto il tesseramento 2021, già abbiamo fatto, e molto vorremmo ancora fare; fra le tante iniziative, con 10€ ci aiuterete a ricostruire e a rivedere Soncino, anche nei secoli più remoti…
Bellissimo.
Una volta tu, maestro, potevi permetterti il lusso di far giocare i bambini nella neve e farli salire su una scaletta ghiacciata alta 6 metri senza ringhiera.
Loro avevano il privilegio di poterlo fare.
Oggi non è più così.
La popolazione si è generalmente rincoglionita, e un generale garantismo impedisce qualsiasi attività che prepari le nuove generazioni ad essere uomini normali. La televisione allora, dopo soli 10anni di attività, non aveva ancora fatto i danni che sono sotto gli occhi di tutti quelli che hanno gli occhi.
Poi oggi ci sono anche le “crisi” continue e le “virosi” continue. Quindi non ci resta che rimpiangere.
Grazie Riccardi.
Non so dirti di crisi e virosi, ma è certo che la tutela assoluta e “esterna”, che si pretende di fornire ai giovani, sta producendo danni gravissimi al loro senso di responsabilità e quindi alla loro maturazione umana; si sa che educare deriva da “e ducere”, e cioè insegnare a “condurre fuori” in autonomia, preparati ad affrontare la vita; a me pare che invece queste gabbie di sicurezza, questa tutela assoluta, perfino quando attraversano la strada, li costringa “dentro”, esattamente il contrario di ciò che sarebbe auspicabile.
Grazie per le tue osservazioni
MB