Troppo bravi! Temevo che Paola avesse posto un quesito troppo difficile, e invece…; già subito dopo un’oretta l’avv. Tita Cavalli ha individuato perfettamente il luogo e “passerà alla storia”(!) per essere stato il primo vincitore del primo quiz degli Amici! Successivamente si sono distinti Angelo Giovinetti, Gianmario, Demis Martinelli e infine Giuseppe Gasagrande; un plauso anche a chi non ha individuato il luogo, ma ha semplicemente tirato ad indovinare cogliendo perfettamente lo spirito giocoso dell’iniziativa.

Molti hanno dato risposte private via mail, oppure hanno chiesto spiegazioni privatamente; ribadiamo che il bello del gioco sta anche nell’azzardo di risposte anche se poco convinte, ma visibili a tutti.

Le due immagini mostrano la situazione di allora e quella attuale, e di seguito descriveremo meglio i luoghi grazie all’aiuto filmato di due soncinesi doc.

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Il severo torrione, il naviglio, le abitazioni dei bastioni Baradello (sulla sinistra) e di via Cesare Battisti ( in fondo al naviglio) sono i capisaldi che uniscono senza ombra di dubbio le due immagini, in un confronto altrimenti improponibile, se non nel calore nostalgico dei non pochi soncinesi che possono vantarsi di aver “vissuto” questo luogo, allora ricco di fascino.

Ora lo scenario è dominato da lamiere scintillanti e da segnaletica antismarrimento… ma un ammirato smarrimento nasce ugualmente, alla vista, carica di pathos, delle donne intente a lavare i panni, inginocchiate sulle “scrègnète” di legno…

Lavandaie

Notare che il naviglio qui era in asciutta (il periodo festoso, brulicante di pesce fresco e gratis, della sgüra) ma chi aveva progettato i lavatoi aveva previsto di lasciare un secondo gradino basso per consentire di lavare anche con poca acqua; ci pensavano le donne più giovani a lavare i panni delle più anziane, che faticavano a superare quel dislivello… come spiega bene la simpatica Maria in questo gustoso filmato (maduna=suocera; pèo, mamao= significato evidente dal contesto)

Un altro particolare che è rimasto miracolosamente intatto è lo scolo nella roggia Costa, ora tombinata, che a valle costeggia via Oberdan per poi dividersi tra il Borgo Mattina e via Ponte Nuovo…; identica anche l’abitazione e l’ingresso

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I giardini allora coprivano l’intero spazio addossato al naviglio, dal ponte di porta San Martino (in corrispondenza di via Bergamo) e via Cesare Battisti:

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Era un susseguirsi di panchine, siepi, alberi… luogo di pace e di giochi, scorci ora impossibili verso la cerchia murata, e una piccola vasca centrale con tanto di fontanella e di bel lampione, in una minuscola piazzola centrale:

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Noi rifuggiremo sempre da facili e retorici nostalgismi, ma sicuramente non disturba se qualche leggero fiocco di nostalgia riuscirà a imbiancare anche i ricordi più lontani, presepi di emozioni, sparsi qua e là, fra i tanti angoli del nostro amato borgo.

Ed ecco la descrizione dei luoghi, rivissuta con le espressive e ineguagliabili parole di Maria e Bibe:

Penso non ci sia nulla da aggiungere, se non sperare di aver dato modo a qualcuno di conoscere Soncino un po’ più in profondità, con sguardi forse capaci di attraversare le vesti non sempre migliori della nostra contemporaneità.

Il prossimo quesito verrà proposto ai primi di gennaio e, visto che siete stati bravissimi ad indovinare, sarà ancora più difficile!

Mauro Belviolandi

P.S.: … poichè siamo in tema di ricordi, ed anche la prima neve è venuta a trovarci, penso che gradiate questo breve estratto di vita soncinese, da “L’erba di casa mia”, un bel romanzo di mio zio Alfredo Bettini (92 anni, ora vive a Rivolta d’Adda); son due o tre paginette ricche di poetica semplicità, scorci, amori e religiosità in una Soncino degli anni trenta, con tanta neve, scuole medie, cascine e personaggi dai nomi volutamente inventati (per chiarezza, il libro, pubblicato nel 2004, è andato subito esaurito, e quindi non può sussistere conflitto d’interesse per questa segnalazione – tra l’altro l’intero ricavato del libro è stato devoluto alla struttura sanitaria italiana di Mutoko – Zimbabwe e all’oratorio di Rivolta d’Adda)

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Una risposta a "Soluzione Primo quiz (con filmato)"

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