Studiare a fondo, esaminare in profondità: questo è il significato che il vocabolario riporta alla voce “approfondire”, e direi che ci pare anche il verbo più appropriato per quanto ci accingiamo a fare, proprio nei prossimi giorni, alla ricerca di qualche traccia sommersa dell’Antica Rocca soncinese.
Ci è infatti appena giunto dalla Soprintendenza di Mantova, che ha competenza anche su Brescia e Cremona, il parere favorevole al nostro progetto di sondaggio geoelettrico, una sorta di TAC a quel verde terrazzo; avevamo già individuato da tempo la possibile ditta esecutrice dei lavori, sulla base della competenza e della convenienza economica, per cui abbiamo immediatamente inviato l’ordine di inizio lavori alla TECNOGEOFISICA S.n.c, di Carpi (MO); ora sarà solo il meteo a condizionarne l’avvio, che si spera possa avvenire prima di Natale; è necessario infatti che non si formi il ghiaccio di notte, perché uno strato anche superficiale, può alterare il campo elettromagnetico e, in ultima analisi, la precisione della ricostruzione tridimensionale di ciò che potrebbe essere sepolto sotto quegli orti.
Mi sento di esprimere il forte ringraziamento degli Amici della Rocca alle famiglie Grazioli quali proprietari/residenti della zona del rilevamento, e in particolare all’amico e residente Valter Bettinzoli che ha saputo sensibilizzare tutti sull’importanza di questi sondaggi e sul necessario permesso di operare.
Oltre ai soci AdR, che, in più di cento, ogni anno ci sostengono col loro spontaneo tesseramento, dobbiamo in particolare ringraziare la Fondazione Popolare Crema Per il Territorio e la famiglia Paolo Arlango-Mariagrazia Gagliardoni per i contributi fornitici, senza i quali difficilmente avremmo potuto intraprendere questa onerosa iniziativa.
Come già ebbi modo di esporre, questi tipi di sondaggi, assolutamente non invasivi, consentono di riconoscere i materiali interrati sulla base della differenza di resistività elettrica; i dati vengono trasformati in mappe tridimensionali e a colori, in modo da evidenziare anche le strutture murarie in profondità; software dedicati, provvedono automaticamente a trasformare i dati in volumi ben rappresentativi; tutto questo sarà essenziale per una non arbitraria ricostruzione tridimensionale dell’antico fortilizio.
E se non si trovasse nulla? Saremmo senz’altro dispiaciuti, ma l’importanza dei possibili ritrovamenti ci spinge a correre questo rischio ponderato: non solo i testi dei grandi storici soncinesi dei secoli scorsi (uno su tutti, il conte Francesco Galantino), ma anche originali missive ducali degli Sforza (Archivio di Stato di Milano) attestano la presenza del grande antico monumento e non abbiamo dubbi che sia giunto il momento di “approfondire”.
Non mancheremo di tenervi aggiornati, un caro saluto
Mauro Belviolandi